Novità da questo sito

ADOLESCENZA

This area does not yet contain any content.

TEORIA E TECNICA

Il modello teorico e metodologico a cui faccio rifermento è il modello psicoanalitico relazionale (Greenberg e Mitchell).*
La mia formazione teorica è avvenuta all'interno della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica "Il Ruolo Terapeutico di Genova", il cui indirizzo scientifico nasce nell'ambito freudiano e nei suoi sviluppi successivi (Teorie delle relazioni oggettuali, Psicologia dell'lo, Psicologia del Sé) ed è attento ai contributi provenienti dalla Teoria dell'Attaccamento e dall'lnfant Observation.

La mia formazione personale, oltre ad un'esperienza di psicoterapia breve ad indirizzo psicoanalitco, si è sviluppata all'interno di una cornice Cognitivo-relazionale-costruttivistica (Guidano, Liotti).

I due principali modelli a cui si è ispirata la mia formazione, la psicoanalisi e il cognitivismo, un tempo considerate tradizioni lontane e per molti aspetti incompatibili, hanno potuto dialogare e riconoscersi numerosi aspetti di sovrapposizione concettuale, soprattutto grazie alla rilettura delle teorie psicoanalitiche alla luce della Teoria dell'Attaccamento, operata da Fonagy. 

Gli studi, l'esperienza clinica e la mia sensibilità personale mi hanno semrpe portato a stare lontana da tutti i modelli che sentivo dogmatici e rigidi. Per quanto possa essere rassicurante un riferimento "forte", ho sempre pensato e verificato che l'unicità di ogni persona non possa essere compresa se non assumendo un atteggiamento di elasticità mentale che, necessariamente rigoroso, si ispiri alla logica della ricerca scientifica.

Ho trovato, pertanto, nel modello relazionale, il clima di apertura al confronto teorico e culturale, unito all'avversione per le ortodossie, coerenti con la mia posizione. La teoria relazionale può infatti essere definita come una teoria eclettica che si basa sull'idea che sono le relazioni, siano esse interne o esterne, reali o immaginarie, ad essere centrali. Molte aree di pensiero e di ricerca, oltre alla già menzionata Teoria dell'Attaccamento, hanno "contaminanto" la psicoanalisi arricchendola e portandola alla svolta relazionale:tra le più attuali e significative, nella mia esperienza di pratica clinica, il Cognitivismo, le Neurosicenze e gli studi sull'identità di genere e l'orientamento sessuale.

Sinteticamente, si possono così fissare alcuni punti clinico-teorici del modello relazionale:

 

  • il bisogno di relazioni con gli altri è l'elemento fondamentale della vita mentale
  • sentirsi "soggetti" è possibile solo se almeno un altro essere umano ci riconosce come tali
  • nelle relazioni, si producono interazioni che sono sempre reciproche, anche se con influenze non necessariamente simmetriche
  • ognuno di noi ha aspetti di molteplicità: non abbiamo un unico Sé, ma differenti organizzazioni del Sé discontinui e multipli, tenuti insieme da un senso di continuità e coerenza
  • i ruoli di genere sono il risultato di una costruzione sociale
  • la relazione tra paziente e terapeuta può essere descritta come una narrazione a due, influenzata dal presente e dal passato, dalla realtà e dalla fantasia, di entrambi. Il lavoro terapeutico non può prescindere dalla relazione tra le due soggettività, capace di trasformare sia il paziente, sia il terapeuta e di dare vita a nuovi modelli relazionali che vengono interiorizzati e diventano generatori di nuove esperienze.

 * Negli ultimi anni, dal 2018, il desiderio personale e il dovere professionale di aggiornamento mi hanno avvicinato sempre più a teorie e metodologie di area cognitivo-comportamentale, come la terapia metacognitica interpersonale, la compassion focused therapy e, in generale, gli approcci bottom-up. Come suggerito da recenti studi, appare particolarmente utile affiancare al tradizionale studio dei processi mentali e degli interventi clinici affrontati con modalità top-down, anche l'indagine dei fenomeni mentali bottom-up e, parallelamente, metodologie terapeutiche che possano facilitare cambiamenti "dal basso in alto".